giovedì 2 luglio 2009

legge 68/99 da modificare

Oggi voglio soffermarmi su una news a proposito della legge 68 sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità. La proposta arriva dal ministro del lavoro,salute e politiche sociali, il quale sostiene che la norma in questione non funziona in quanto è una legge per certi versi caratterizzata dai confini troppo labili e indefiniti per altri eccessivamente rigida e fonte talvolta di pregiudizi.
Egli afferma infatti che la norma "consente forme elusive" cioè talvolta i datori di lavoro fanno una sorta di cernita dei lavoratori in base al grado di disabilità cosicché le persone con disabilità lievi vengano assunte lasciando disoccupati persone affette da handicap ben più complessi.

E su questo punto credo che tutti siano d'accordo, purtroppo sono pochi i datori di lavoro che si impegnano ad assumere persone magari poco produttive come può essere chi è affetto da una medio-grave invalidità ma è anche vero che tutti quelli che sono in grado di dare il proprio contributo alla comunità lavorando devono poter farlo,sicuramente dipende da lavoro e lavoro ma sono sicura che siano molti i lavori che non hanno modi e tempi da "catena di montaggio"come per esempio i lavori artigianali e che quindi possono rivolgersi anche a lavoratori con handicap.

Un'altro punto che non va proprio a genio al ministro è il fatto che molti datori preferiscono pagare un'ammenda per essere fuori norma non assumendo personale con disabilità piuttosto che accollarsi il peso di un dipendente poco produttivo.

E anche su questa obiezione non si può che assentire e il rimedio forse sarebbe un maggior controllo dato che l'importanza sta nell'obiettivo della norma non nella norme in sé; perché questa legge sia considerata valida essa deve sortire i cambiamenti per la quale è stata ideata altrimenti non è che testo morto.
In proposito non c'è ancora niente di preciso comunque si riparlerà del problema il prossimo ottobre con la speranza che il testo di legge venga migliorato nell'interesse dei diretti interessati.

venerdì 26 giugno 2009

Oggi voglio riportare due notizie che ho sentito al telegiornale in questi giorni che mi hanno fatto molto pensare..sono due storie di due persone diverse ma accomunate dalla disabilità.
La prima storia di cui vi parlo è quella geograficamente più vicina a noi, infatti si tratta di un bagnino che risiede e svolge il suo lavoro in un paese sulle rive del delta del Po,lui fa il bagnino da sempre e pure bene infatti la sua carriera è costellata di numerosi salvataggi ben riusciti; purtroppo qualche anno a causa di una malattia ha subito l'amputazione di una gamba che pur tuttavia, dopo una riabilitazione fisica e psicologica, non gli ha permesso di interrompere il suo mestiere di bagnino che ha continuato a svolgere fino quando la società di salvamento si è ripresa l'imbarcazione e lo ha mandato in riposo dichiarandolo invalido al 100%,a nulla è valso mostrare patente e assicurazione del gommone. Io capisco perfettamente i motivi che hanno spinto la società a fare questo ma comprendo anche pienamente le ragioni del bagnino che dopo tanti anni di lavoro si sente tagliato fuori perché non più completamente "integro",non sarebbe invece stato più utile mettere al suo fianco un'altro bagnino fisicamente idoneo e in grado, se necessario, di tuffarsi in mare e lasciare al suo posto di guida del gommone il bagnino in questione,anche perché la mancanza di una gamba non gli impedisce certo di guidare un'imbarcazione.

L'altra storia che vi riporto qui è molto simile anche se con caratteristiche diverse: la protagonista è una commessa ventiduenne di una negozio di Londra, anche lei spodestata dal suo impiego perché la protesi che aveva in un braccio offendeva l'immagine del marchio;così da commessa è stata "promossa" magazziniera con tutti gli onori.
Dire che questa notizia mi ha schifata è poco,sono veramente allibita e penso e spero che movimento mediatico che si è formato attorno a questa notizia serva perché questo resti un caso isolato ma nutro seri dubbi in proposito dato che discriminazioni come queste sono all'ordine del giorno.

lunedì 15 giugno 2009

Il "Progetto Equal Veneto" promosso dall'assessorato alle politiche del lavoro della regione Veneto ha avanzato un'iniziativa a favore delle persone disabili che possono accedere ai benefici della legge 68/99 (portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento; persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento; persone non vedenti o sordomute; persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio) per poter lavorare, questo intervento;reso possibile grazie ai fondi regionali e ai proventi versati dalle aziende, consiste in percorsi personalizzati per disabili in modo tale da integrarli nel mondo del lavoro in maniera stabile. In questo modo si cerca di venire incontro ai diritti del singolo, tenendo conto delle sue disabilità, e alle esigenze lavorative delle aziende.

PER SAPERNE DI PIÙ...
  • Il Fondo Nazionale si rivolge solo a tutte quelle persone che presentano un grado di disabilità pari al 67% e ai disabili psichici, perciò è questa e solamente questa la fascia di utenti che può inoltrare tale domanda;
  • occorre presentare un certificato di invalidità (gli invalidi di lavoro possono procurarselo presso l'INAIL,mentre gli invalidi civili presso l'ULSS);
  • bisogna recarsi al Centro Impiego nel quale si ha domicilio e iscriversi all’elenco della legge 68. ;
  • I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad assumere come loro dipendenti lavoratori appartenenti alle categorie sopra descritte nella seguente misura:
    a) 7% dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
    b) 2 lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
    c) 1 lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti

Penso che sia una iniziativa utile e concreta a favore di questa categoria di utenti, e spero che non vada sottovalutata e soprattutto che questo progetto venga divulgato in modo tale che tutti possano entrarne a conoscenza anche se sprovvisti di uno strumento informativo come internet.

Invito dunque tutte le persone interessate a rivolgersi ai Centri per l'Impiego per ottenere maggiori informazioni e riguardo dato che forse io sono stata abbastanza sintetica ma fornendovi tutti i punti fondamentali a cui io stessa sono a conoscenza.

Alla prossima!

martedì 9 giugno 2009

Sempre per restare in tema del mio tirocinio vi darò l'anteprima del mio progetto (dato che avrei consegnarlo da un pò ma non l'ho ancora scritto!!) di tirocinio, cioè di un'attività/laboratorio educativo-terapeutico che organizzerei per i miei utenti, in questo caso persone disabili adulte e più specificatamente persone disabili adulte che cercano un impiego.
Devo dire che non ho avuto molti ambiti di scelta in quanto, come potete immaginare, molte attività sono già state fatte e organizzate come per esempio laboratori di cucina, informatica (anche se comunque non mi sentirei la più indicata!), artigianato, musica, ortoterapia...insomma dopo averci pensato e ripensato sono arrivata alla ad una cosa che era talmente vicina a me che non avrei dovuto spendere tanto tempo a pensarci su:i miei libri; mi spiego, alla fine ho pensato ad uno dei miei passatempi preferiti, cioè la lettura.
Forse non ci avevano ancora pensato di organizzare un laboratorio di lettura all'interno di un centro impiego per disabili...ok forse così suona un pò ricola la cosa ma io lo pensavo anche in funzione di un lavoro,infatti molte persone disabili vengono impiegate come bibliotecari o aiuto bibliotecari all'interno di scuole in biblioteche comunali ma forse queste persone non hanno mai avuto la possibilità di leggere loro stessi o di non leggere abbastanza magari perchè non sono mai stati spinti a farlo o nessuno credeva che gli sarebbe servito.
Io penso invece che inanzitutto la lettura, di qualsiasi genere essa sia, trasmetta cultura e poi allarga la mente e stimola la fantasia e questo fa bene a tutti, inoltre per una persona che si occupa di prestare agli altri dei libri, come i bibliotecari, questo è molto importante;in questo modo potranno cosigliare o sconsigliare loro stessi i libri più indicati per ogni lettore,potranno svolgere attivamente il loro mestiere.

mercoledì 3 giugno 2009

Qualche post fa vi parlavo del mio tirocinio all'U.L.S.S. DI Adria ma non avevo accennata ai tanti laboratori e progetti che danno vita al centro per handicap adulto e S.I.L.
Uno dei progetti che avrò la fortuna di vecere in atto (pochi purtroppo dato che nel periodo estivo finiscono) è il progetto di ortoterapia "Elicriso"(il nome deriva da una piata spontaea molto forte che cresce tipicamente nelle zone del delta del po, nasce in zone particolari specie dune sabbiose), questa idea dell'ortoterapia deriva sia dalla consapevolezza che le zone in cui viviamosono terreni essenzialmente agricoli e legato alle tradizione per la creazione di un luogo terapeutico ed educativo e in secondo luogo l'aspetto socio educativo di questa iniziativa favorisce il senso di responsabilità,aiuta ad imparare a stare insieme agli altri vincendo l'isolamento, rappresentando appunto una forma di integrazione sociale.
Il progetto di ortoteprapia ha il suo scopo nel recupero e nell'iserimento lavorativo di persone disabili che sono in possesso di abilità lavorative che vanno però potanziate,infatti sono persone già in possesso di un percorso lavorativo di tipo terapeutico-riabilitativo, ma non sono ancora pronti per affrontare un ambiente lavorativo "normale"; le persone che usufruiscono di questo progetto sono:
* disabili adulti in generale
* disabili adulti per i quali sono subentrate ulteriori malattie degenerative e pertanto devono essere esclusi da altri percorsi riabilitativi, come l’inserimento nel mondo del lavoro;
* disabili adulti con patologie di tipo alzheimer o altre demenze,
* persone in trattamento per problemi alcoolcorrelati o di tossicodipendenza;
* persone con svantaggi sociali legati a emarginazione, povertà sociale e forme detentive. In questo ultimo caso soprattutto si possono avviare programmi di pena alternativa al carcere.

L'oggetto del laboratorio ortoterapico è quello di coltivare un appezzamento di terreno e organizzarlo in aree specifiche (es: area orticultura, ortogiardino, floricoltura...).
Spero di essere stata abbastanza esauriente!

martedì 2 giugno 2009



E' importante ricordare che:
INSERIMENTO: è l’approccio che riconosce il diritto delle persone con disabilità ad avere un posto nella società, ma che si limita ad inserirle in un posto spesso separato dalla società (per es. un istituto o una classe speciale) o in una situazione passiva (quello che nel movimento delle persone con disabilità chiamiamo tappezzeria). La decisione su “dove” debbano vivere e “come” debbano essere trattate non è presa dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, nel caso non possano rappresentarsi da sole
INTEGRAZIONE: è il processo che garantisce alle persone con disabilità il rispetto dei diritti all’interno dei luoghi ordinari, senza però modificare le regole e i principi di funzionamento della società e delle istituzioni che li accolgono. Vi è dietro questa impostazione ancora una lettura basata sul modello medico della disabilità (tali persone sono malate, invalide, limitate e la disabilità viene considerata una condizione soggettiva causata dalle minorazioni; le persone con disabilità vanno tutelate sulla base di un intervento speciale, vedi per es. insegnante di sostegno). Prevale l’idea che le persone con disabilità siano speciali e vadano sostenute attraverso interventi prevalentemente tecnici.
INCLUSIONE: è il concetto che prevale nei documenti internazionali più recenti.

mercoledì 27 maggio 2009


Anche se questo blog è nato per esigenze di università, l'argomento non è stato scelto a caso ma nutro un vero interesse per l'ambito della disabilità, interesse che è cresciuto durante questi tre anni da studente del corso di Educatore Professionale, mentre il lavoro applicato alla disabilità è una cosa che è arrivata dopo, quando ho scelto l'ambito del mio tirocinio anzi potremmo dire che è il tirocinio che ha scelto me, dato che inizialmente dovevo svolgerlo in un CEOD e invece per cause di forza maggiore (il CEOD chiudeva nel periodo del mio tirocinio) quest'estate sarò occupata al centro operativo di handicap adulto e SIL dell'U.L.S.S. n°19.

Questo centro cerca di offrire progetti e interventi terapeutico-riabilitativi diversificati; in particolare vengono elaborati percorsi di inserimento lavorativo e occupazionale dei soggetti disabili, attraverso progetti mirati e con modalità personalizzate di intervento, coinvolgendo il mondo del lavoro pubblico e privato locale. La fascia di utenza della quale si occupa il centro operativo sono persone con disabilità fisiche o psichiche, ma anche persone emarginate (persone che hanno avuto problemi di dipendenza da sostanze o alcol, per persone con progetti di pene alternative al carcere, persone immigrate o con difficoltà economiche).

Queste persone,dopo aver sostenuto un colloquio con un'educatrice o comunque una persona facente parte del personale del centro occupazionale, vengono aiutate a trovare un lavoro che meglio si addice alle loro esigenze; alle persone che hanno un grave handicap invece sono offerti lavori più "protetti" e che non comportino troppa responsabilità ma che comunque garantiscano un servizio indispensabile come per esempio bidello nelle scuole o aiuto cuoco.

martedì 26 maggio 2009

disabili a fumetti



Oggi voglio parlare di una simpatica ed utile iniziativa proposta dal FISDE (Fondo Integrativo Sanitario per i Dipendenti del gruppo Enel), mi riferisco ad una campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta a tutti i suoi dipendenti riguardo la legge 68/99 (la normativa per la tutela dei diritti dei lavoratori disabili, risale a qualche post fa!).


Per arrivare al punto, il FISDE ha scelto il fumetto per veicolare in modo diverso e divertente queste informazioni riguardo ad un argomento così delicato; il protagonista di questa storia è un ragazzo disabile in carrozzina che grazie alla legge 68/99 e alla sua famiglia riesce a trovare lavoro,il fumetto è inoltre integrato di spiegazioni a piè di pagina.


Trovo questa iniziativa molto carina e penso che molte altre aziende dovrebbero portala avanti perché anche se dovrebbe essere lampante a tutti ormai che una persona anche se disabile DEVE avere gli stessi diritti e talvolta anche qualche agevolazione in più molto spesso invece non è così scontato e ci sono ancora molte persone che ,un po' per ottusità un po' per disinteresse, non ne hanno la più pallida idea.




Restando in tema di campagne di sensibilizzazione è molto intelligente anche quella proposta dall' associazione Atlha Onlus, circoscritta al comune di Milano il 13 dicembre 2007, :“Una persona disabile ha i tuoi fini. Ma non i tuoi mezzi.” la Campagna è stata pubblicata prevalentemente con l’esposizione di circa 1.200 pendolini bifacciali, distribuiti all’interno dei vagoni delle tre linee metropolitane, dei tram e dei jumbo tram. Al lancio della campagna erano presenti le più alte carche dello Stato.

mercoledì 20 maggio 2009

SIAMO MATTI, MICA SCEMI!

Qualche giorno fa ho visto un film molto molto bello che centra in pieno l'argomento del mio blog,il film è "Si può fare", è ambientato nella Milano anni '80 subito dopo l'entrata in vigore della legge Basaglia, i protagonisti sono infatti ex pazienti di ospedali psichiatrici di una cooperativa, il cui neo direttore, Nello, riuscirà con molta pazienza e passione a tirar fuori le potenzialità di ognuno di loro che si scopriranno essere veri e proprio lavoratori specializzati in parquet.

La trama è molto divertente e dai tono ironici ma allo stesso tempo fa riflettere su questo delicato argomento, ma sempre a cuor leggero;ci sono dei rari momenti di appena sfiorata drammaticità ma sempre sullo stile della commedia.


Ma il punto in cui vorrei soffermarmi è proprio l'atteggiamento del direttore che già dal primo momento che incontra queste persone, molto introverse e problematiche, li tratta come lavoratori a tutti gli effetti e non come malati, come soci non come matti!

Con moltissima pazienza riesce a coinvolgere tutti nel lavoro di squadra riuscendo, dopo molto allenamento e molti sbagli, a far imparare a tutti un mestiere con cui guadagnarsi da vivere riuscendo ad essere per la prima volta indipendenti e a farli sentire per la prima volta delle persone "normali".

Il film è tratto dalla vera storia della cooperativa Noncello di Pordenone sorta nel 1982 grazie a tre psichiatri e sei pazienti appena usciti dai manicomi chiusi dalla legge 180; oggi questa è la cooperativa più grande e famosa d'Italia che da lavoro a molte persone emarginate dalla società e li aiuta ad integrarsi nel mondo del lavoro con finalità terapeutico riabilitative e di integrazione sociale.

Per finire consiglio a tutti di vedere questo film e di consultare il sito www.coopnoncello.it per saperne di più e magari avvalersi dei loro servizi.

venerdì 15 maggio 2009

Un altro sistema su base territoriale che risponde alle esigenze lavorative di persone disabili è il CEOD (Centro Educativo Occupazionale Diurno)nati con lo scopo di dare continuità a percorsi scolastici e formativi dopo la scuola dell'obbligo;il CEOD rappresenta una delle più importanti reti di servizi per l'integrazione sociale di persone con disabilità.
Le persone chi vi usufruiscono sono aiutate a sviluppare e mantenere un certo grado di autonomia ma anche a intrecciare relazioni sociali, inoltre hanno la possibilità di potenziare le proprie abilità e attitudini individuali per poter al fine di conseguire delle capacità lavorative in base alle potenzialità di ognuno.
E' rivolto a persone in età compresa fra i 16 e i 60 anni,che abbiano portato a termine l'iter scolastico dell'obbligo e per i quali non sia possibile prevedere alcun inserimento in Corsi di Formazione Professionale o
che al termine di essi non sia possibile inserire in ambito lavorativo o in altre strutture.
Questo sistema è d'aiuto anche per la famiglia della persona disabile, gravata continuamente da molti problemi che la malattia comporta, comunque confortati dal fatto che il figlio/a si trova in un ambiente protetto che gli/le darà la possibilità, un giorno, di vivere autonomamente.
Io penso che molti degli utenti di un Centro Diurno, con un grado di disabilità non particolarmente grave, acquisiscano più speranza nel futuro, speranza di poter vivere in maniera autonoma,di trovare un lavoro come tutte le persone "normali",anche il fatto stesso di stare a contatto con molte alte persone con gli stessi problemi è confortante, ma anche d'aiuto in quanto si imparano regole e comportamenti sociali che magari fino a quel momento si ignoravano ma anche lo stesso supporto emotivo ed affettivo che si trova nell'altro può rinforzare la spesso fragile sensibilità di queste persone.
In molti centri diurni gli operatori portano avanti molti e variegati proget
ti educativi-formativi per ampliare la sfera delle capacità funzionali,motorie ed espressive,per esempio laboratori di teatro,informatica, pittura, musica ma anche laboratori culinari, di giardinaggio, pet terapy.Tutte queste attività oltre a far acquisire competenze per un futuro lavoro (per chi potrà lavorare,anche mediante le cooperative sociali) sono utili a responsabilizzare la persona e far sì che sappia badare autonomamente a sé.

martedì 12 maggio 2009

Sicuramente quelle che per prime sono state di aiuto per l'inserimento sociale e lavorativo delle persone più svantaggiate (dalla disabilità alla tossicodipendenza) sono le cooperative sociali, imprese senza finalità di lucro aventi lo scopo di "perseguire l'interesse generale della società alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini" come stabilito dalle legge 381/1991. Il bacino di utenza è molto variegato ma con un denominatore comune che è la "diversità", infatti i fruitori di questi servizi sono disabili, anziani, malati, pazienti psichiatrici, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, e a chi deve scontare una pena ma è ammesso a misure alternative alla detenzione. L'obiettivo della cooperativa sociale è quindi quello di dare la possibilità di un impiego a persone che avrebbero difficoltà a procurarselo per la necessità di particolari esigenze, per esempio una persona con handicap, o addirittura a chi non viene accettato dalla società , ad esempio la diffidenza che molti individui hanno per ex carcerati o tossicodipendenti.

Queste particolari imprese si diramano in due grandi gruppi a seconda della tipologia di utenza:le cooperative sociali di tipo A per la gestione di servizi socio sanitari ed educativi con finalità di promozione sociale e di sviluppo nella società, qui gli operatori danno perlopiù aiuto e sostegno concreti,organizzano centri educativi e ricreativi; le cooperative di tipo B invece si occupano dell'inserimento lavorativo di soggetti con disabilità fisica o psichica , ragazze madri, ex detenuti ed ex tossicodipendenti, l'ambito lavorativo è molto vario dall'agricolo all'industriale, dall'artigianale al commerciale.

Oggi le cooperative sociali,sia di tipo A che di tipo B, sono numerose in tutt'Italia e trovo che questo sia di grande sostegno non solo per i diretti interessati ma anche per le loro famiglie; per chi volesse avere maggiori informazioni a riguardo nella nostra regione rimando a
http://www.venetosociale.it/ .



Spostandoci un po' dall'ambito lavor
ativo voglio riportarvi una notizia che mi ha fatto sorridere, naturalmente sempre restando in tema di disabilità, per tutti i trasgressori dei posti auto riservati ai disabili è stata proposta una multa morale, dato che come sappiamo le multe pecuniarie non fanno più paura a nessuno! L'iniziativa è di un comune pugliese che ha giustamente pensato di distribuire a tutti i cittadini disabili di talloncini (rigorosamente gialli!) che citano: da un lato "Hai parcheggiato in un posto riservato ad una persona disabile"e dall'altro "I posteggi riservati per le persone disabili non sono un lusso o un privilegio. Sono una necessità. Ci vuole spazio per caricare e scaricare la carrozzina, uno scivolo vicino per accedere al marciapiede. FORSE NON LO SAPEVI, ORA LO SAI. Parcheggia da un'altra parte."

Anche gli abitanti del Canton Ticino si sono difesi bene con i cartelli "NO HANDICAP?NO PARKING!". Queste iniziative oltre che simpatiche sono molto utili per arrivare dove la normativa non riesce!

venerdì 8 maggio 2009

Un altro passo avanti sta per essere fatto dal parlamento a favore dei disabili con la proposta di legge che consentirebbe l'elettorato attivo a domicilio a tutte quelle persone impossibilitate a raggiungere i seggi perché disabili o malati gravi. A tale disegno di legge poi è riconosciuta una doppia valenza se si pensa al terreno ancora instabile nel quale ha messo radici: la tanto discussa crisi economica, che per una volta non rappresenta la scusa per calpestare i diritti civili ma al contrario una spinta per superare le barriere.
Inutile accennare al fatto che in altri Paesi altamente civilizzati come il nostro questa legge è ormai storia vecchia, per citarne alcuni: in Francia vi è la possibilità di votare per procura mediante un incaricato che sia iscritto allo stesso seggio, in Australia la commissione elettorale invia al domicilio dell'interessato un seggio mobile il giorno delle elezioni mentre in Irlanda e in Canada si può votare per posta.
Anche se non è ancora stata approvata si spera che tutti i disabili entrino in pieno possesso dei propri diritti di cittadino entro le prossime elezioni!
Mi scuso se il tema di oggi non è del tutto inerente con l'argomento del mio blog ma data la portata della notizia mi sembrava giusto riportarla
.

domenica 26 aprile 2009

L'inserimento lavorativo per persone disabili oggi non è più un'utopia, anche per disabilità di tipo psichico- intellettivo, come afferma uno psichiatra di Torino infatti : i malati psichici vanno inseriti nella società attraverso il lavoro dato che non c'è effetto più devastante per la malattia che la perdita delle capacità professionali.

E proprio per rispondere a questa esigenza sono sorti in tutto il territorio nazionale grazie ad associazioni e cooperative sociali una serie di ristoranti gestiti da ragazzi disabili;a questa bellissima iniziativa si sono convertite città come Roma ,Firenze,Torino,Padova e molte altre.

Personalmente trovo molto azzeccata l'idea del ristorante/bar come ingresso lavorativo e sociale in quanto si tratta di un'attività innanzitutto pratica e che va a sviluppare una certa manualità e fantasia proprio attraverso gli alimenti e sicuramente perchè si tratta di un'attività che consente l'interazione diretta con le persone, che è fondamentale per persone che troppo spesso si sono sentite isolate e lasciate in disparte.

Queste oppurtunità servono prima di tutto alla persona disabile a cui viene data la possibilità di esprimersi attraverso il lavoro e allo stesso momento di crescere e sentirsi utile come un qualsiasi altro lavoratore ma è importante anche ad aprire gli occhi a chi questa possibilità non gliela voleva dare.

Voglio rimandarvi ai seguenti link:

http://www.associazionesipario.it/

http://www.lalucciola.org/

http://www.lalocandadeigirasoli.it/

http://www.caffebasaglia.org/

http://www.harissa.it/

giovedì 16 aprile 2009

L'indipendenza economica e l'inserimento nel mondo del lavoro sono due cose importantissime per la persona e per la persona disabile sono tasselli fontamentali per arrivare ad una completa integrazione sociale, proprio a riguardo ciò sono stati fatti grandi passi avanti sul piano legislativo con la legge 68/99 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili", la quale promuove l'inserimento lavorativo delle persone disabili attraverso il collocamento mirato e le assunzioni obbligatorie da parte di datori di lavoro pubblici e privati che sono tenuti ad assumere lavoratori con handicap alle loro dipendenze. E qui la domanda sorge spontanea:ma il fatto che i datori di lavoro debbano per legge riservare un numero fisso di posti di lavoro per persone diversamente abili non è forse considerata come un'ulteriore discriminazione nei confronti di queste persone? Non si sentirebbe forse il disabile troppo avvantaggiato rispetto agli altri "normali" lavoratori? A mio avviso no in quanto, è vero che l'integrazione di cui stiamo parlando qui significa abbattere i muri delle differenze per per far sentire le persone tutte uguali sul piano sociale,scolastico,lavorativo, ma è anche vero che una persona definita disabile ha pur sempre delle limitazioni e il fatto di sottolineare determinate differenze non è sempre discriminazione ma aiuto, un tendere la mano per poter partire tutti ad uno stesso livello seppur con diverse capacità.
Partendo da questa riflessione io proverei ad immaginare quanti datori di lavoro, quante imprese sarebbero disposti di loro spontanea volontà a riservare dei posti di lavoro da assegnare solo a persone con determinati requisiti fisici, secondo me non molti perchè le persone, la maggior parte delle persone tende a pensare per sè e per il proprio interesse e questa non è una visione negativa o pessimistica del mondo ma è la verità, perchè non tutti nasciamo caritatevoli e magnanimi verso il prossimo, talvoltà la generosità e l'amore per gli altri vanno insegnati (o imposti in questo caso)ma non è sempre un male.
Questa è la mia opinione a riguardo ma sarei curiosa di sentirne di discordanti.

martedì 7 aprile 2009

disabilità,handicap..parole che hanno assunto un'importanza maggiore oggi all'interno della nostra società e dell'immaginario collettivo.Infatti molta più sensibilità,molta più attenzione e molti più servizi sono rivolti oggi a queste persone che hanno esigenze un po' più complesse di quelle della maggioranza delle persone che noi chiamiamo.."normali".Ma disabilità comprende molto più di quello che spesso immaginiamo,infatti non c'è solo la disabilità motoria ma anche quella visiva ,uditiva,psichica...ognuna di queste comporta diverse problematiche,diversi bisogni e servizi e va analizzata nel caso specifico.
Talvolta la vasta gamma di servizi offerti alla persona disabile non bastano per farla sentire "normale",dato che spesso ci si concentra più sull'eliminazione dell'ostacolo che sulla creazione di uno spazio,voglio dire che oramai tutte le scuole,le università,i negozi, gli uffici pubblici abbondano di quel minimo di servizi per la persona con handicap,per lo meno motorio,adattando le toilette(non proprio tutti!!),mettendo a disposizione parcheggi,costruendo piattaforme elevatrici ma ci sono ancora troppo pochi servizi per l'occupazione lavorativa,soprattutto per quanto riguarda la disabilità mentale o visiva.E io penso che se si ha il desiderio e la capacità,seppur limitata ,di lavorare ma non ne venga data la possibilità,la persona si sentirà sempre a metà!Riflettiamo.

venerdì 3 aprile 2009


Ciao!
In questo blog cercherò di parlare del difficile mondo del lavoro per persone con esigenze un po' ''speciali''.